lunedì 23 novembre 2015

La ragazza che...e l'esame di stato

Non scrivo da quasi un mese e non so cosa scrivere!
Sono stata bloccata da un'incombenza molto incombente...l'ESAME DI STATO.
E' stato brutto, anzi bruttissimo. Non so se ha raggiunto i livelli di bruttezza e stress della maturità, ma se non è arrivato così in alto è solo perchè è durato un giorno e mezzo (16 ore cronometrate).

Ero agitata come poche volte in vita mia. Durante i miei anni da studentessa ho sempre pensato che questa massima fosse giusta "più sei agitato, più sei preparato, più l'esame va bene". Ha quasi sempre funzionato nel mio caso, se non avevo studiato e provavo gli esami, in realtà non me ne fregava granchè perchè il tempo che avevo dedicato allo studio era nullo o comunque poco o comunque era stato davanti alla tv.
Già.
Tutto bene dunque. La mia tachicardia era di buon auspicio. Il fatto che la sera prima mi fossi alzata dal letto per fare una goccia di pipì a intervalli regolari di 5 minuti era un ottimo segno.
AHAHAHAH.

NO.

Nell'equazione devo aggiungere il prezzo dell'esame [350 comunquetroppieuro] e lo schifo di tipologia di esame che una volta nella vita basta e avanza.

Per rendere l'idea devo descriverlo brevemente. Parlerò solo dei due terribili giorni d'esame, tralasciando i due mesi di preparazione e le ultime settimane di devastanti simulazioni in loop.
La prima prova pratica, insieme alla prima prova scritta consistono in 8 ore in cui fare un progetto e una relazione tecnica. OTTO ORE. Sono pochissime. Non so nemmeno cosa sia successo in quei 480 minuti di panico. Non ho mangiato e non ho bevuto ma comunque sono dovuta andare in bagno due volte. La traccia faceva schifo, è uscito un albergo ospedaliero, probabilmente mai uscito nella storia degli esami di stato dai tempi di Stonehenge ad oggi, e come tipologia inesistente persino nel manuale. Infatti penso di aver passato due ore a fare controlli incrociati a raffica sul prontuario fra le tipologie "ospedale" e "albergo" [anche questi comunque rarissimi].
Non ho idea di come abbiano potuto fare le persone che erano senza manuale. A me è servito soprattutto per tranquillizzarmi. Anche i miei appunti nella borsa distante 15 metri da me, mi hanno calmata parecchio. Quindi magari gli altri semplicemente non avevano problemi mentali. Anche se sul tipo davanti a me non ho così tante certezze. Non aveva il manuale e in un attimo in cui non lo stavo usando, me lo ha chiesto in prestito scusandosi tipo 800 volte [PRENDILO BASTA CHE STAI ZITTOOOO, devo PENSAREPENSAREPENSAREEEEE] e restituendomelo dopo un nanosecondo, mi ha detto tipo "Cercavo l'indice, ma non l'ho trovato...".
Io penso di aver spalancato la bocca pensando una cosa tipo "Non ci credooooo! Ma tu come hai fatto a fare le elementari/medie/superiori/università?", invece, presa da un attimo di pietà, ho detto "E' la prima pagina -.-' ".
Lui: "No intendo l'indice di utilizzazione fondiaria".
In un primo momento mi sono sentita una "BalBettante BamBocciona Banda di BaBBuini" [per fare una citazione colta] poi penso di aver spalancato ancora la bocca, pensando una cosa tipo "Non ci credooooo! Ma tu hai studiato almeno un giorno per questo esame?".
Ripensandoci avrei anche potuto dirgli che comunque tutti i calcoli legati a sto indice erano già svolti nella traccia, erano DATI, ma avevo già perso 1 dei miei 480 minuti per lui e non volevo perderne un altro numero indefinito, per aiutare uno che non sa nemmeno leggere. E comunque in quel momento non pensavo proprio a nulla. Nei miei occhi roteavano solo le dimensioni delle barelle e dei montalettighe...
Gli altri minuti sono letteralmente volati. Direi che sono stati orribili se ne avessi ricordo, ma probabilmente ero in coma. Di per certo so che sono tornata a casa con mal di testa, febbre al naso e agli angoli della bocca [che ho ancora e fanno troppo schifo], male a ogni osso di schiena, collo e braccia e la sensazione di aver subito un intervento di lobotomia.
Sono andata a letto alle 22.30. Cosa che non succedeva dalla seconda elementare penso.
Il giorno dopo c'è pure stata la seconda prova scritta. Un tema. Ma io dico, è una cosa normale? A cosa cacchio serve far fare un tema in un esame che deve abilitare alla professione di architetti? Oltre a relazioni tecniche, documenti standardizzati o lettere ai committenti cosa mai potrà scrivere un architetto in vita sua? Non libri spero perchè Aldo Rossi è stato l'unico che mi ha fatto venire voglia di bruciarne uno! Non ho parole e non ne avevo nemmeno nelle quattro ore del tema. Penso infatti di aver scritto un sacco di banalità e di essere andata un pò fuori tema. Avrò scritto frasi deliranti del tipo: "non drogatevi", "anche Leonardo Di Caprio poteva salvarsi se quella culona di Kate Winslet si fosse girata su un fianco" o "lo zenzero fa digerire". Ma sto lavorando duramente per dimenticare anche questa brutta prova.

Tutto questo inferno fra l'altro è solo per la prova scritta, di cui saprò fra un mese il risultato e a cui seguirà un orale. Sto male al pensiero di non averlo passato e dover rivivere questo incubo fra 6 mesi. Per ridurre ansia, stress e preoccupazioni che comunque in questo mese di attesa non mi porterebbero da nessuna parte, mi sto bruciando i neuroni nella ricerca di lavoretti di Natale! Infatti inizio a pensare di aver passato 6 anni di vita a fare modellini solo per essere in grado di fare cose del genere...



A presto per gli aggiornamenti sulla Natalizzazione della mia casa ;)

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