mercoledì 17 dicembre 2014

Mi mancherai per tutta la vita

Forse nei tuoi giorni e nelle tue notti solitarie hai provato a pensare alla morte. Probabilmente hai sempre pensato che sarebbe arrivata a casa tua, che ti saresti spenta nel tuo letto, avvolta dall’imperterrito rumore del fiume, che un attimo prima è il tuo fedele compagno nella notte e un attimo dopo sei tu, che te ne vai e che scorri salutando tutto il tuo amato paese. Forse non avevi nemmeno bisogno di sperare che fosse così, forse era semplicemente una certezza :”La mia vita deve compiersi qui, a Forno”. O forse non lo pensavi, sono solo io che ti immagino ragionare sulla tua morte, per cercare nelle tue parole deliranti e non, una tua volontà, un tuo barlume di lucidità che mi dica cosa è giusto fare, che mi dia un aiuto, un appiglio nelle tue parole sconnesse, nei tuoi atteggiamenti scostanti, nelle tue mille personalità.
Probabilmente dopo la pensione, trasferendoti lì avevi già deciso, che lì eri nata, lì eri tornata e lì saresti morta. Felice. A Forno.
Allora non siamo noi i pazzi, gli insensibili, le persone crudeli, che con ogni mezzo ti allontanano pian piano dal tuo unico desiderio, perseguito in quasi un secolo? Non un sogno di gloria, non un’ambizione inconcludente, semplicemente la voglia di rimanere fedele fino all’ultimo a ciò che hai perseguito in vita, il tuo essere così “orso”, “selvaggia” e montanara come diciamo noi, ma te stessa, fino all’ultimo, fino in fondo, senza se e senza ma. Non siamo allora noi i villani a tenerti lontana dalla tua casa, dal tuo letto, dal tuo Frigido e dai tuoi monti?
Se puoi, ascoltando la nostra sordità e osservando la nostra cecità, capiscici e perdonaci: non so con che presunzione crediamo che questo sia il meglio per te.



Più di un anno fa lo scrivevo, mentre tramite mille decisioni si sceglieva anche di non farti tornare più a casa tua.
Quanta tristezza. Quanto mi sentivo cattiva quando dicevi nei sempre più rari attimi di lucidità "Ti prego, portami a Forno. Poi torno qui lo giuro, voglio solo vedere la mia casa, solo un'ultima volta..."
Era davvero l'unica soluzione la nostra?


Ora sono solo contenta che tu possa riposare dove ambivi, dove l'aria ha il profumo del muschio umido, l'origano è il più buono del mondo, l'acqua corrente in realtà è l'elisir di lunga vita e i cani hanno mille padroni.


Ma per quanto io sentirò nel Frigido che scorre la tua voce che mi chiama e per quanto mi sarai vicina ogni volta che farò quella scala spacca gambe per entrare in casa, in cui le alzate sono il doppio delle pedate, la verità è che mi mancherai, mi mancherai per tutta la vita. E anche se ormai è già da un pò che ne faccio a meno, mi chiedo come farò senza la tua pizza, senza i tuoi tordelli, la tua pasta fatta in casa e la marmellata di more. Ma anche le fette Paradiso che non troverò più in frigo ad aspettarmi e i Ferrero Rocher che non mi comprerai più in autogrill, avranno un sapore un pò più povero.
Mi auguro di essere solo la metà di quanto sei stata generosa tu.


Ciao zia Palmirina. Hai il nome più bello del mondo.

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