venerdì 7 novembre 2014

La Ragazza che...rimase fregata dal Sasha yoga

Ieri ho partecipato alla mia prima lezione di yoga. Sahaja yoga per la precisione [ma io continuerò a chiamarlo Sasha yoga...].
Ero esaltatissima! Mi sono lasciata trascinare dall'entusiasmo della amica neo iniziata all'arte della meditazione, che mi ha convinto facendomi vedere la posizione della foglia morta sul pavimento della mia cucina. 
E come se fosse un segno del destino pochi giorni dopo la sua performance ho scoperto dell'esistenza di un corso gratuito di Sasha yoga appunto, il martedì sera in un'aula del Politecnico.
[Perfetto!Perfetto!!]

Questo era quello che mi aspettavo: silenzio, magari qualche candela profumata [ok, forse avevo aspettative troppo alte per un'aula del politecnico...], musichette per trovare la pace dei sensi, gambe incrociate per iniziare, poi saluto del sole, posizione della foglia morta, dell'anatra zoppa, del riposo assoluto e  qualche centimetro di levitazione. Inutile ripetere quanto fossi presa bene e da quanto tempo pensassi all'outfit perfetto per raggiungere il nirvana.

Quindi puntualissima mi dirigo verso l'aula con due mie compagne di corso, continuando a ridere visualizzandomi a occhi chiusi a ripetere "ooooommmmmm".

Questo è ciò che è accaduto veramente [fra parentesi pensieri personali descritti alla Joyce mediante il flusso di coscienza]:
Entriamo in un'aula normalissima, senza tappetini, senza candele, senza niente. Niente da yoga almeno, solo banchi e sedie. 
"Scusate, è qui la lezione di yoga?"
"Sisi, è qui!"
"Dovevamo portare i tappetini?"
"Nono, per praticità lo facciamo restando seduti sulle sedie, togliamo solo le scarpe.."
[-.-' seduti sulle sedie?!ma come?? la foglia morta è da fare per terra...]
Il mio entusiasmo inizia a spegnersi, ma una piccola fiammella di speranza si riaccende quando arriva una coppia di indiani che porta dei teli rossi e mi viene naturale pensare che stiano per allestire l'aula, per creare un pò di atmosfera e sono certa che nelle borse abbiano delle candele alla vaniglia. 
Bene. I teli rossi servivano in realtà a nascondere la gigantografia di una donna indiana sorridente con un pallino rosso in mezzo alla fronte [beh non era proprio una gigantografia, comunque io dalla quinta fila la vedevo molto bene!]
Poco dopo scopro che questa tipa sorridente è la stessa Sasha, fondatrice di questo tipo di yoga, che poi mi ritrovo a guardare in un video seduta su un trono dorato che parla della meditazione. 
A parte che quando penso alla pace interiore mi immagino il viso di una persone serena. Non so, Buddah, il Dalai Lama, Madre Teresa, Majin Bu...Ecco Sasha non ha nulla che mi ispiri serenità, nirvana o pace interiore. Sembra incazzatissima e mi ricorda terribilmente Rasputia, la moglie di Eddie Murphy (e Eddie Murphy stesso) in Norbit.

[Per chi non avesse esattamente presente il suo aspetto]




...e poi è terribilmente prolissa. 20 minuti per dire la base della pace interiore è la meditazione. [Grazie..avevo già afferrato il concetto dalla prima frase!]

Il mio entusiasmo iniziale si era già spento dall'entrata della gigantografia di Sasha, ma mi sono convinta a rimanere quando hanno iniziato a parlare dei sette chackra del corpo e mi piaceva molto sentirmi Naruto. 
Poi finalmente, la meditazione.
Un signore indiano, parlando un italiano non troppo fluido, fa il ripasso dei gesti che aiutano la concentrazione e che dobbiamo rifare anche noi.
"Tenente la mano sinistra davanti al ventre, con il palmo girato verso di voi, e piano piano salite fino alla testa. Intanto fate ruotare la mano destra in senso orario intorno alla sinistra e quando siete arrivati sopra la testa immaginate di fare un nodo con le mani e ripetete tutto tre volte. 
[Non ridere, non ridere, non ridere. Fai il nodo. Non ridere. Non essere così scettica. Un altro nodo. Scetticismo via da me]
"Ok ora toglietevi le scarpe e chiudete gli occhi, io vi dirò che cosa fare"
[Come faccio a togliermi questo sorriso da beota dalla faccia? Continuano a guardarmi lo so, si sentono offesi!]
"Mettete la mano destra sul ginocchio destro e la mano sinistra sulla fronte."
[Ok, facile e non mi fa troppo ridere]
"Ora lentamente portate la mano sinistra sul ginocchio e la destra sulla fronte" sempre in un italiano non troppo fluido.
[Eh? Con gli occhi chiusi non riesco a capire un cacchio di quello che dici! Li apro un attimo. Ok cambio mani! Ma perchè quello di fianco a me non si è tolto le scarpe?!?]
"Per aiutare a liberarvi la mente da ogni pensiero ripetete con me la parola asim che in sanscrito significa ...[non mi ricordo un cacchio!]"
Io: "Asim"
Tutti: "AAaaaaasIIIIIiiiimmmmMMMM"
[Ah, ok devo trascinare le vocali]
"AaaaasiiiiiIIIIImmmmMMMM"
[Ahahahahahahahah! ahahahahahah! fa troppo ridereeeeeee ahahahahah]
"AAAaaasiiiiiimmmMMmm!
[Resisti e sii seria. Resisisti. Ahahahahah]
"Ora portate entrambe le mani sulle ginocchia e poi portate la mano destra sul cuore"
[La porta si è appena aperta. Sarà qualcuno che entra o qualcuno che esce? Non devo aprire gli occhi! Non devo! Ok, guardo. Due con i tappetini: illusi]
"Sempre con gli occhi chiusi portate la mano destra sopra la testa senza appoggiarla. Rimanete così, concentrati."
[Rimanete così? Per quanto?? Mi fa già male il braccio! Per quantooooo??Bastaaaaa!! Quanto manca? Male, malissimo. Devo appoggiarlo. Comunque quello di fianco a me non solo non ha tolto le scarpe, ma non fa proprio niente, non dice Asim e non muove le mani...Ok ci riprovo, su la mano sopra la testa. No fa troppo male, la appoggio almeno almeno. No ma fa troppo male. Basta.]
"Ok..."
[Apro gli occhi]
"Ora molto lentamente, quando ve la sentite, aprite gli occhi"
[-.-']
"Avete sentito le vibrazioni?"
[Che vibrazioni?]
"Chi di voi ha sentito caldo sulla mano?"
[Caldo?? Dovevamo sentire caldo? Quella alza la mano..."a un certo punto, un pochino"...ci sono secchione anche in meditazione?! bah, secondo me bluffa...]
"Chi ha sentito freddo?"
[Ah quindi comunque bisognava sentire qualcosa..Beh freddo lo ha sentito un sacco di gente!]
"Bene. Nelle prime meditazioni è comune sentire una sensazione di caldo. Pian piano con più pratica la sensazione giusta da sentire è il freddo" [Ecco quella bluffava] "Ora sentiamo i nuovi di questa lezione." [Nooooooooo!] "Cosa avete sentito? Chi ha sentito Caldo? Chi freddo? " [Non guardarlo, non guardarlo. Ma quello di fianco a me è morto?]
"Ok, andiamo avanti con i modi per liberarsi dallo stress. Il primo è il pediluvio...."
[-.-' Ok, me ne vado...gli stivali non li allaccio se no faccio troppo rumore...ciao a tutti]


Fine del mio primo approccio allo yoga e delusione di ogni aspettativa.
Forse sono troppo scettica, ma l'esaltazione iniziale c'era, l'immaginazione anche, così come la voglia di silenzio, di tenere gli occhi chiusi e di sentirci bene, i sorrisetti imbarazzati...ecco forse mancava un pò di concentrazione, ma Sasha non aiutava!

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