sabato 22 novembre 2014

La ragazza che...e i pendolari

La mia quotidianità non mi da tanti spunti attualmente. Essenzialmente si divide fra treno e università. Bello. Molto.
Abbiate pietà di me se parlerò ancora di Trenord, non mi piace farlo, davvero, ma non ho scelta e la varietà dei passeggeri e compagni pendolari mi tiene compagnia nei lunghi ritardi del treno. Quindi scriverò di loro evitando la categoria “personaggi incontrati in metro” che è troppo varia e troppo spaventosa (gente vestita da coniglio o con tute di ciniglia rosa). Inoltre per fortuna la frequento poco. Mi accontento del mio treno.
All’apparenza tutti i passeggeri sembrano normali. Persone del tutto ordinarie e forse addirittura noiose. Ecco non è così. Dopo un viaggio capisci che il 60 % delle persone sul tuo vagone non è tutta regolare e che “il mondo è vario perché è bello” è una frase inventata da uno psicopatico e che va bene solo per colmare quell’imbarazzante silenzio posteriore alle urla fra il controllore, “il rosso”, e la milf ultra cinquantenne che si è dimenticata di timbrare il biglietto.

Quindi ecco a voi il catalogo dei viaggiatori di Ternord. Redatto dopo 5 anni e mezzo di esperienza quotidiana.


1. Il Bell’addormentato
Postazione: accanto a me. 
Il più comune e un classico presente su ogni treno in qualunque orario. La palpebra cala e il collo cede. Dopo una breve lotta fra sonno e dignità, vince il sonno e la testa ciondolante ha il via libera. Di solito la via che sceglie è quella verso la mia spalla. Io sto leggendo e lui si avvicina. Dapprima stringo un po’ le spalle, probabilmente sto occupando anche il suo spazio vitale: che maleducata. E lui si avvicina. Perché ho le spalle così larghe? E lui si avvicina. Mi addosso al finestrino. E lui si avvicina. Il sonno è un parassita, più spazio lasci più se ne prende, non ce n’è. Lui si avvicina e io rido. Che cacchio devo fare? Lo tocco dentro? Di solito quando ormai mi sono arrampicata sul vetro, nei casi migliori il treno da uno scossone e lui si sveglia facendo finta di niente e simulando di fare stretching al collo. Certo, stretching….credibile. Nei casi peggiori si appoggia alla mia spalla e a quel punto a meno che non sia svenuto si sveglia, ma lì non c’è stretching che tenga e risata che rimanga sotto i baffi, c’è solo l’imbarazzo.

2. La makeup artist
Postazione: davanti a me. 
Ammetto che un tempo anche io facevo parte di questa categoria, ma il mio momento trucco durava pochissimo giuro. Comunque Lei si siede e sparecchia il suo beauty, di cui conosco solo il 20 % del contenuto. Io vorrei non guardarla, davvero. Vorrei continuare a leggere, ma non riesco, ne sono ipnotizzata e lei lo sa, quindi si impegna e io mi vergogno. A parte questo conflitto interiore, in genere ha già messo a casa la crema di base e uno strato di fondotinta. Per il treno lascia occhi, phard e labbra e nei casi peggiori inizia a spinzettarsi anche le sopracciglia [con mia conseguente e mal celata espressione allibita]. L’attrezzo più strano della makeup artist è stato un lucidalabbra, degno delle Charlie’s angel: il tappo una volta sfilato nascondeva una minitorcia il cui fascio di luce illuminava il tratto del lucidalabbra [che poi c’era il sole, ma non importava, doveva evidentemente continuare a stregarmi con i suoi trucchi] il tutto completato da uno specchietto applicato sul contenitore del gloss (non so come definirlo…il coso da cui si sfila). Insomma impossibile trovare qualcosa di più interessante da fissare.

3. Lo smemorato
Posizione: assolutamente indifferente. 
Mi vedo molto affine a questa categoria, quindi mi piacerebbe dire che lo smemorato dimentica le cose in treno perché è un grande artista che vede e legge la realtà nella sua vera essenza perciò le cose materiali perdono la loro importanza e…. Ma purtroppo non è così, almeno non per me. Ahimè non sono un artista e vedo le cose solo un po’ sfocate (resto generosa con la mia vista). Comunque visto il mio deficit di attenzione nelle numeroso volte in cui ho dimenticato cose in treno, ho sposato la causa dell’aiutare lo smemorato a non dover piantonare l’ufficio oggetti smarriti. Quindi quando piove guardo sempre se i miei vicini si ricordano l’ombrello o se qualcuno mette sacchetti nei ripiani sopra i sedili controllo che non rimangano lì. E lo smemorato, quello vero, quando gli chiedo se il libro è suo e se gli è caduto un guanto, mi guarda e mi ringrazia sempre con le lacrime agli occhi. Se avesse tempo mi accenderebbe un cero lo so, ma io semplicemente vorrei che qualcuno lo avesse fatto e lo facesse con me la prossima volta.

4. L’impiccione
Posizione: in uno dei due posti che io e l' interlocutore (da me conosciuto) non occupiamo. 
E’ insopportabile. Sarà che non sono la persona più socievole del mondo e che mi fa schifo parlare del tempo e di tutti gli argomenti riempisilenzio, ma se non sto parlando con te non sto parlando con te. Punto. Passi che tu mi dica che guasto ha il treno nel caso ti intendessi di meccanica trenistica (!?), o che mi tu ci interrompa chiedendomi il biglietto se sei un controllore, ma che tu ti inserisca in un discorso dicendo “Eh si le tesi sono sempre così, non finiscono mai, anche io ci ho messo un sacco…blabla” e che poi da quel momento ti senta in diritto di fare tranquillamente conversazione con me, no. Grazie.

5. L’urlatrice
Posizione: in qualunque parte del treno. 
Ovunque si sieda ho la sensazione di averla sempre accanto e penso che sia comunque troppo vicina. Non l’ho mai vista in faccia, ma non c’è bisogno, so che è un megafono e l’unica cosa che vorrei che facesse è urlare gli annunci del capotreno, che di solito dobbiamo solo immaginarci. Purtroppo non lo fa e urla un mare di scemenze che non interessano minimamente nemmeno il mio animo pettegolo su come cucinare le barbabietole al vapore (bleah), come stirare le camicie al contrario o sul perchè lavare i vetri solo con la luna piena.

6. Il mimo
Posizione: accanto a me. 
Ha le cuffie, sempre, ma sembra comunque una persona normale, finchè non si mette comodo, troppo comodo, visto che si dimentica della mia esistenza lì accanto e probabilmente pensa di essere su un palco. A quel punto inizia a muovere braccia e mani con larghi movimenti. Non riesco mai a scegliere se somigli più a uno che fa uno stile strano di yoga (sta diventando una fissazione) o a un cantante lirico che gesticola teatralmente. In qualunque caso vorrei davvero vedere le mie facce mentre il mimo mima.
Una sottocategoria potrebbe essere il musicista mancato, quello che suona la batteria immaginaria per tutta la durata del viaggio.

7. Il credente
Posizione: davanti a me. 
Muove le labbra, in continuazione. All’inizio penso che stia canticchiando, ma poi mi accorgo che non ha le cuffie e inizio a muovere gli occhi a destra e a sinistra e a pensare che stia parlando con lo stesso diavoletto che tormentava tanto Torquato Tasso. Poi vedo leggerissimi movimenti delle mani e scopro che ha una corona in mano e che in realtà è tutto intento a dire un interminabile rosario…ma in treno?!?!

8. Il mangiatore
Posizione: è più vicino a me tanto quanto più sia buona la pietanza che sta mangiando, più io abbia fame o più il cibo puzzi. 
In ogni caso per mezz’ora lo odio. Nel primo caso l’odio è mascherato dai miei occhi luccicanti e dal modo morboso in cui lo osservo addentare il cibo e come per la make up artist me ne vergogno, ma non riesco a smettere. Ho il sospetto di aver anche aperto e chiuso la bocca contemporaneamente a lui mentre lo osservavo mangiare. Nel secondo caso lo odio lo stesso e ugualmente intensamente. In particolare ricordo una ragazza che alle 8.30 di mattina sgranocchiava un finocchio gigante crudo. E io non sopporto il finocchio e il suo odore, soprattutto se stavo mangiando una brioches ma quella puzza mi faceva credere che avessi accettato dalla ragazza un pezzo della sua verdura cruda. Bleah!

9. Il venditore
Posizione: ambulante per il treno. 
Di solito vende libri, i suoi e se ti vede leggere è la fine. Si ferma e ti attacca una pippa sulla stessa passione per la letteratura che ci unisce e sul suo nuovo libro sui segreti dell’alimentazione [argomento di letteratura per altro eh?]. Non si ricorda mai di te e tutte le volte riprova a venderti il suo libro. La parte della studentessa senza soldi è perfetta [e vera purtroppo!], ma funziona bene anche una conversazione telefonica immaginaria in cui continuo a dare ragione al mio finto e simpaticissimo interlocutore [“sisi…si in treno! Massi, mi sembra! Ahah…non dovrebbero esserci problemi! ahahah maddai!”].

10. Il mendicante
Posizione: in continua ricerca di gente dalla faccia poco sveglia. 
Ed evidentemente io non ho un’espressione intelligente. Ok, la prima volta mi intorta. La storia è questa: pensione finita, visita che deve fare nell’ospedale in Cadorna (ok, questa cosa mi fa storcere un po’ il naso ma penso in una confusione momentanea) e soldi che gli servono per il biglietto di ritorno. Per fortuna non ho soldi spicci e non gli lascio i miei unici 20 euro, ma mi sento in colpa per un sacco di tempo e ogni tanto penso a quel vecchietto che aveva finito la pensione e doveva fare una visita da solo a Milano senza sapere dove fosse davvero l’ospedale. Il senso di colpa però svanisce la seconda volta che mi racconta la storia e poi la terza. Poi il mio interlocutore telefonico fittizio mi salva dalle altre volte.

11. La mamma
Posizione: ne è pieno il mondo. 
Spero sempre che mia mamma non parli di me in giro, mi imbarazzerebbe un sacco sentire dei discorsi simili a quelli delle mamme pendolari in cui io sarei la protagonista. Ok al cuore di mamma, ok che hanno sempre in testa noi, ok agli scarrafoni belli come il sole, però essere prima attrice di un racconto che parla di herpes, acne, forfora e di tutti i metodi per combatterla. Poi certo ci sono argomenti più piacevoli, ma per sicurezza evitiamo un ruolo principale anche in quelli. 
Devo dire che però il non esserne protagonista e la mia anima zabetta mi spingono ad ascoltare con un discreto interesse…

12. Il mandrillo 
Posizione: ovunque, purtroppo.
In genere ha più di 60 anni ma pensa di essere ancora negli anni ’70 e le sue prede preferite sono le giovani quarantenni. Se gira in gruppo è la fine. In primo luogo perché ormai sono quasi tutti sordi e urlano come se non ci fosse un domani anche per le mie di orecchie e in secondo luogo perché i neuroni si autodistruggono e tornano tutti ad avere 15 anni girandosi ogni volta che passa una ragazza, facendo battute e dicendo espressioni che nemmeno mio nonno ha fatto in tempo a trovare di moda: “Se non stai zitto ti stacco il naso!” o "Corpo di bacco! Che fuma il tabacco!"
[o.O]

13. La coppia felice
Posizione: indifferente ma mai separata. 
Sorvoliamo sulle coppiette dai 20 anni in giù che amoreggiano senza troppi freni perché i miei commenti potrebbero essere interpretati come invidiosi. Non è vero, sono solo sempre più vecchia e bacchettona. Volevo concentrarmi sulle coppie sposate che vedo come mostri a due teste che non possono separarsi MAI. Infatti anche se il treno è pieno loro devono stare uniti, sempre insieme: lei tiene i biglietti per entrambe e lui ha l’acqua, lei i fazzoletti e lui il giornale. Un unico corpo con due spaventose teste e un esempio che spero di non raggiungere mai nella vita. Chissà se hanno anche un libro e un cellulare in due...

14. La cleptomane
Fra l’altro non è neppure discreta. Si sfrega le mani se trova dei giornali abbandonati e penso che alla fine di una giornata piovosa torni a casa con 8 ombrelli. Ma la cosa più strana che ho visto è stata una ragazza che in biglietteria raccoglieva tutti gli abbonamenti abbandonati della settimana precedente con l'intenzione di poterli scaricare dalle tasse (so tutto questo perché parlava da sola di questa sua brillante idea) non sapendo che gli abbonamenti del treno non sono più scaricabili da anni e che in qualunque caso 15 abbonamenti della stessa tratta e dello stesso periodo non potevano risultare di certo nella norma. Comunque l'ho lasciata con il portafoglio che scoppiava, pieno di abbonamenti scaduti.

15. La svelatrice di segreti
La peggiore (moralmente) se la conosci personalmente, ma anche la più intrigante se hai dimenticato il libro. Ok, anche se lo hai. Parla come se non ci fosse un domani, sia per la sua voce (parla a ruota libera, un monologo praticamente) che presto si consumerà, sia per i suoi conoscenti che sputtana tutti senza distinzione. Ne ho in mente una in particolare. L’ho incontrata più volte e il suo argomento preferito, dopo se stessa e i suoi successi (ama anche lodarsi), è sempre il fidanzato e i dubbi che ha a proposito della effettiva paternità del futuro suocero…ma puoi dire una cosa del genere sbraitandola in treno?!? Inoltre quando scende i suoi interlocutori non fanno che darle della cretina patentata: ottima scelta per le tue “confessioni”.


Nel caso vi siate riconosciuti nelle descrizioni del cleptomane, venditore, coppia felice, mandrillo, mendicante, mangiatore, urlatrice e impiccione siete pregati di farmi sapere i vostri orari e le vostre tratte. Gli altri sono tollerati. 


Intanto buon viaggio!




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