giovedì 9 ottobre 2014

La ragazza che...studiava settimanalmente Dostoevskij?

L'altra sera, durante il mio studio settimanale delle opere di Dostoevskij, ho iniziato a fare riflessioni profonde a cui sono seguite diverse sconcertanti ricerche e scoperte...
:)
Mmm ok, la vera versione dei fatti è un'altra, ma Dostoevskij fa sembrare tutto più serio e la mia è una riflessione molto acuta!
Stavo guardando Tale e quale show, uno dei miei programmi preferiti, ma snobbati senza motivo dalla maggior parte dei miei coetanei (come l'incompreso Don Matteo) e mentre Luca Barbareschi si esibiva travestito orribilmente da Lionel Richie, ho iniziato a pensare ai miei "miti" dei vari ambiti artistici e non...(puntualizzo scrivendo che Luca Barbareschi è quanto più lontano ci possa essere da ciò che per me significa la parola "mito"). Ho sempre guardato a loro come a dei mentori portatori di una saggezza che solo l'esperienza di una vita vissuta può darti. Pensavo ammirandoli quando anche io avrei potuto capire veramente ciò che dicevano/cantavano/facevano e formulare qualcosa di simile, qualche segreto carpito dopo anni di vita. Già mi figuravo in quel serafico momento di massima saggezza, con un caschetto bianco, meches grigie argentate e un bel completo di Luisa Spagnoli, seduta al mio scrittoio a elargire massime ai miei nipotini. Forse perchè questi esempi di miticità ci sono sempre mostrati come persone non proprio di primo pelo. Non mancano mai baffoni o barbe canute, capelli bianchi e occhiali spessi nelle loro rappresentazioni...
Ebbene, non so come e non so perchè ho iniziato una ricerca deleteria. Ho cominciato a cercare informazioni temporali più precise sui personaggi che si sono fatti ricordare e che ho sempre apprezzato...
In ordine ho scoperto che..
(prima botta potente alla mia autostima)
Giacomo Leopardi a 20 anni scrisse  L'infinito.
...
...
VENTI?!?!?
Tutti gli italiani hanno passato mesi, se non anni della loro vita a studiare quattro versi sull'ineffabilità del tempo e della vita scritti da un ventenne?!?
Ok che Giacomino aveva una vita un pò monotona e il suo aspetto fisico non lo incoraggiava certo alla socialità, quindi poteva benissimo essere un ventenne con l'esperienza di un quarantenne...ma...comunque....VENTI?!?
Mi sono consolata pensando che nella prima metà dell'800 la vita media fosse molto più bassa e che uno a 20 anni dovesse già essere più che maturo...
Ho usato la stessa scusa per consolarmi dopo la scoperta che Dante a 18 anni iniziò a scrivere la Vita Nova...
Avvicinandoci al nostro secolo e con l'allungarsi della vita media, la mia autostima comunque non ha trovato motivo per risollevarsi, dato che sono venuta a scoprire che:
Caillebotte dipingeva il mio quadro preferito, Piallatori di parquet, a 27 anni;
a 31 anni Antoni Gaudì subentrava come progettista della Sagrada Familia, ridisegnandola completamente;
a 26 anni Einstein diede una svolta alla sua vita e alla storia della fisica;
Coco Chanel a 27 anni aprì la sua boutique al 21 Rue Cambon e a 30 la seconda;
a 27 anni Walt Disney da vita a Topolino, Minnie e Gambadilegno nel primo cartone animato on il sonoro sincronizzato;
A 24 anni Mogol e Battisti furono gli autori del brano 29 settembre;
e infine a 30 anni J.K. Rowling aveva già bello pronto Harry Potter e la pietra filosofale.

Ma approfondendo le ricerche devo dire che, nonostante le premesse, la mia autostima inaspettatamente ha iniziato la sua risalita... 
Ok, è chiaro che al mondo ci sia stata e ci sia gente geniale, che alla mia età aveva già rivoluzionato l'universo, o lo avrebbe fatto di lì a poco, mentre io ora come ora posso al massimo vantarmi di una carriera scolastica molto comune e non troppo brillante. E' vero che la speranza è l'ultima a morire, ma le mie premesse non mi fanno sperare in scoperte sconvolgenti o creazioni senza precedenti (anche se il 27 esimo anno sembra essere quello più quotato per il successo...e ho ancora qualche anno per perfezionarmi!). Ma facendo queste ricerche, ho scoperto che la miticità (per dirla alla Kung fu Panda, rispettabilissima fonte), si accompagna spesso a un pò di "sfortuna", a volte casuale, ma altre quasi voluta. 
Quindi, bravo Leopardi, bello L'infinito, La sera del giorno festivo e Ultimo canto di Saffo, ma tieniti pure il morbo di Pott e il rachitismo. 
Geniale Einstein, ma forse i tuoi figli non avrebbero voluto essere abbandonati a 10 anni, nonostante i soldi del nobel.
Grande Coco, ma non baratterei la mia infanzia con la tua, non vorrei quel soprannome e preferirei che l'uomo della mia vita non rimanesse solo il mio amante per sempre.
Lucio, hai cantato delle canzoni fantastiche, ma non parliamo di tua moglie e del suo egoismo, evidentemente condizionante per te.

Tutto ciò mi fa venire in mente il discorso di Teti a suo figlio Achille (nel film Troy)

"Se resterai a Larisa,troverai la pace,troverai una magnifica donna, avrai figli e figli che ne avranno a loro volta e tutti ti ameranno; e ti ricorderanno quando morirai. Ma quando anche loro se ne andranno, i tuoi figli e i loro figli, il tuo nome sarà disperso.

Se invece vai a Troia, sarai coperto di gloria, si scriveranno poemi sulle tue vittorie nei secoli a venire, tutto il mondo ricorderà il tuo nome; ma se tu vai a Troia, non tornerai più perchè la tua vittoria è legata fatalmente alla tua distruzione,e io non ti vedrò più."


Sono sicura che comunque esistano persone che hanno saputo diventare mitiche conducendo comunque una vita piena, felice e senza grossi rimpianti e che il grande successo ricordato per secoli e secoli non debba essere per forza legato a quella sopracitata "sfortuna".
Ma sinceramente io sarei già felice se il mio nome fosse ricordato dai miei pronipoti e chissenefrega di tutto il mondo e della gloria quando sarò morta da 100 anni.
Quindi in conclusione, avevo capito già da tempo di non essere geniale, visualizzarmi questi miti più giovani di me collezionare successi e creare capolavori non mi ha certo rivelato niente di nuovo su me stessa in realtà...ma almeno ora posso giocare contenta e consapevole la carta della mia favolosa mediocrità. Mi impegnerò attivamente nel coltivarla con passione, cercando di ampliarla a tutti i campi che aggradano a me stessa (soprattutto quelli superflui come i gialli scontati di Don Matteo), tanto i mediocri consapevoli non sentono la competizione e sono felici così.
E se proprio un giorno vorrò prendermi il merito di qualche mia precocità, potrò sempre dire di essere 


la ragazza che...è serena dalla nascita.

O anche la ragazza che...è lentissima da quando è al mondo!


Ps anche il buon Dostoevskij (di cui ogni volta copio e incollo il nome) dei miei appassionati studi comunque scrisse Le notti bianche a 27 anni!



4 commenti:

  1. Si ma anche il Caro Fёdor tanto bene non ha vissuto... genitori morti quando era giovane, arresto, fucilazione mancata di un soffio e conseguente soggiorno forzato in Siberia, epilessia... e non vado oltre... Viva la mediocrità!!

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  2. E vogliamo dimenticarci Freddie Mercury?? Con lui la "miticità" si sprecava, ma è morto terribilmente giovane...penso che mi accontenterò di cantare sempre e solo sotto la doccia, sperando di vivere per vedere almeno i miei nipotini (e magari mettere in guardia i tuoi dalle tue perle di saggezza) :)

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  3. il concetto è chiaramente espresso qui, scena finale del film amici miei..
    https://www.youtube.com/watch?v=0rmfP8FJxSY

    "Ma poi è proprio necessario essere qualcuno?"

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